“Qualunque cosa butterai nel fuoco brucerà a meno che non sia stata forgiata in esso” dicevano gli Antichi.
Solo il fuoco si può permettere questa libertà. L’acqua, la terra e l’aria non possono accogliere tutto, come invece il fuoco fa.
La libertà è attivare il proprio potenziale igneo in grado di trasformare qualsiasi elemento in vitalità.
Le fiamme trasformano tutto ciò che viene a loro affidato.
L’attenzione dev’essere non più su tutto il resto, ma sul potere insito in te stesso.
Comunemente il Ricercatore discerne tutto ciò che entra, a livello alimentare, mentale ed emozionale, non accorgendosi che così diventa implicitamente schiavo della loro qualità, perchè diviene obbligato a scartare.
Successivamente il Discepolo esperto non lo fa più. Perché sà che qualunque materia lo attraverserà sarà alchemizzata dalla forza della Volontà e della Verità in lui stabilizzata.
Dal cibo in giù e dal cibo in su, tutto verrà trasformato dal fuoco che gli arde nel petto, senza più preoccuparsi se sia idoneo al suo operato, ma solo di esporlo al suo cospetto.
Il Fuoco libera dall’esterno condizionato.
Tutto diventa comburente per le fiamme interne.
E il Discepolo non più schiavo, ma servitore di queste.
Tutto diventa utile allo scopo, divenendo luce e calore, prima o dopo.
L’Essere risvegliato è libero dal peccato, dopo essersi per anni disciplinato e sacrificato, grazie al fuoco si è ora forgiato.
Essersi interfacciati col fuoco porta a due conseguenze: l’incenerimento o la forgiatura.
Solo se attraversi la prima perdendo il tuo io giungerai alla seconda incontrando il tuo Sé o Dio.
Forgiarsi vuol dire infuocarsi, cioè diventare perenni fuochi trasmutatori viventi, servitori ardenti.
Questa è la massima libertà: non aver più oggetti indigesti, non generare più scarti.
Thomas Yhorman Vitulano
“Non siamo soli, siamo Soli”