Esistono 4 tipi di piacere.
Il primo, lo conoscono tutti, è chiamato il piacere materiale, ovvero quella sensazione di appagamento che si prova per esempio mangiando, riposando, dissetandosi o sfogando i propri bisogni sessuali.
Il secondo tipo è il piacere emozionale, cioè quella sensazione più interiore che si prova nelle relazioni piacevoli, quali l’amicizia, provando compassione, affetto e simpatia verso qualcuno, compresi piante, minerali e animali.
Poi abbiamo come terzo tipo il piacere intellettuale, ossia quella sensazione che si prova quando nel pensare capiamo, affermiamo concetti, cresciamo cognitivamente e mentalmente tramite informazioni e conoscenze.
Ed infine esiste il quarto piacere, chiamato piacere spirituale, che è quella forza che ci attraversa quando le altre vengono, anche solo momentaneamente trascese, non c’è un oggetto fisico, né un soggetto emotivo o mentale ad appagarci ma la semplice esistenza dell’Essere Supremo, emersa dalla consapevolezza di farne in qualche modo parte. Alcuni la chiamano “Estasi“.
È inutile, scontato e banale (ma io lo faccio lo stesso) dire che quest’ultimo non abbia nulla a che vedere con gli altri, nonostante sia una sintesi elevata all’ennesima potenza dei 3 precedenti.
In questi 3 c’è sempre un soggetto proiettato verso un oggetto del piacere, che sia qualcosa di fisico, emotivo o mentale, ma nel quarto soggetto e oggetto si annullano e appare l’Essere che è puro piacere, ossia Gioia.
Nel primo si prova il piacere, nel secondo si sente, nel terzo lo si vive, ma nel quarto lo si È.
E ciò cambia tutto, ovvero cambia il punto di partenza di chi lo sperimenta che non è più il te o il me, ma Il Sé.
Thomas Yhorman Vitulano
“Non siamo soli, siamo Soli”