Stare di fronte a un Maestro è porsi dinnanzi a chi vede nel profondo di te agitarsi ogni mostro, ma allo stesso tempo anche davanti a chi scorge il bambino dimenticato che vive nel fondo del pozzo.
È guardare negli occhi te stesso senza alcun velo, come quando immacolati si era in Cielo, e vedere e ricordare come e chi Siamo al di là di tutto il nostro nero.
È stare di fronte ad uno specchio terribile, che riflette l’incredibile di ciò che è già splendente, ma anche ciò che è ancora fetente.
Stare di fronte ad un Maestro è affacciarsi al labirinto più complesso e all’abisso più cupo senza mai sentirti vinto, perché è anche guardare alla vetta più alta ed inviolata che sia mai stata scalata e sentirsi contemporaneamente semplice, capace e vivo.
Stare al cospetto di un Maestro è accorgersi di essere piccoli quanto una pulce, nudi quanto un verme, grezzi e gretti quanto un rospo, ma anche leggeri come una farfalla e colorati e profumati come una dalia.
Essere davanti a un Maestro silenzia il tuo ego prolisso, tace la tua mente saccente, sminuisce il tuo dramma, svilisce il tuo evidente vittimismo ed ammutolisce il tuo radicato egocentrismo.
È come essere davanti al manifesto di un essere perfetto, il respiro e il battito hanno un lieve arresto, segno sacro che annuncia il sorgere di una nuova vita nel petto.
Stare di fronte ad un Maestro non è fortuna o questione di tempo, ma è la conseguenza del merito guadagnato nell’impegnarsi costantemente a diventare un Tempio.
E’ la conoscenza della più alta coscienza… è l’incontro con qualcuno che non vive più un attimo senza incarnare l’Essenza.
Thomas Yhorman Vitulano
“Non siamo soli, siamo Soli”