Sbalzato e dipinto a mano in lastra di ottone su tela anticata. Potente mantra arcaico (parola magica) che si pronunziava anticamente per ridurre e far svanire incantesimi negativi, così come le malattie di origine occulta. Da appendere in stanze di locali aperti al pubblico per proteggerli da incantesimi malefici ed attacchi magici occulti . Ogni pezzo è unico e può avere delle piccole variazioni di colori, finitura o dettagli.
ABRACADABRA – Mantra Magico – scritto in ROSSO 21×21 cm ANTICATO
55,00 €
Descrizione
“Abracadabra” proviene dall’aramaico antico “avrah ka dabra”, ovvero “io creo mentre parlo”, “quel che dico accade”. Una parola contro gli spiriti maligni Per i seguaci della magia greca, scrivere le variazioni di una parola in un triangolo rivolto verso il basso formava un “grappolo d’uva” o “forma di cuore”, che era un modo per scrivere un incantesimo orale che ripeteva e diminuiva il nome di uno spirito maligno nello stesso modo.
Si pensava che tali spiriti causassero malattie, ed entrambe le versioni dell’incantesimo abracadabra dovevano curare febbri e altri disturbi. Abracadabra era una “parola apotropaica, che poteva scongiurare cose brutte”. Lo storico medievale Don Skemer, specialista di magia ed ex curatore di manoscritti all’Università di Princeton, suggerisce che abracadabra potrebbe derivare dalla frase ebraica “ha brachah dabarah”,
che significa “nome del benedetto”, considerato un nome magico. Sembra però certo che fu adottata da Quinto Sereno Sammonico, medico romano del III secolo, in
alcuni passaggi del suo Liber Medicinalis, in cui forniva ricette per la guarigione, pozioni e farmaci. Per essere efficaci, dovevano essere accompagnati da alcune parole, e “Abracadabra” era una di queste.
Per le febbri malariche il rimedio proposto da Sammonico era uno solo: coprirsi con un papiro con su scritta la parola Abracadabra in forma piramidale. Egli fu medico dell’imperatore Settimio Severo e scrisse nel 208 d.C. le «istruzioni per l’uso» di queste antichissime parole magiche: ad esempio, esse venivano scritte su della pergamena che l’ammalato doveva indossare per nove giorni al collo, trascorsi i quali veniva gettata sulla riva di un torrente fluente verso est.
Si intendeva così indicare la decrescita della malattia fino alla sua completa trasformazione in guarigione. La parola magica andava scritta su 11 linee parallele come incisa nel sigillo.
Le parole aramaiche «Avrah KaDabra» evocano un collegamento diretto al divino, significando «io creo quel che dico».
La nota parola «abracadabra» secondo taluni risale anche all’espressione mesopotamica «ab-ba-tabba-ri» che veniva recitata come un mantra nei culti sumerici, ed era di aiuto nell’indurre stati alterati di coscienza. In altri contesti le parole magiche venivano usate per allontanare e debellare le forze malvagie. Oggi l’antica sapienza sembra essere perduta ai più. La magica formula «Avrah Ka Dabra» viene pronunciata ormai solo da qualche prestigiatore.
Ti ricordo tuttavia che anche tu quando eri bambino la pronunciavi con sentimento. La purezza dei bambini riconosce in essa la parola magica per eccellenza. Quanta saggezza dove non è ancora arrivata la corruzione del triste mondo senza magia dei grandi! Avrah Ka Dabra, io creo quel che dico, reca in sé la conoscenza del primordiale potere generativo.